È la sera dell’11 dicembre 1980. Nel soggiorno di Ettore Sottsass è riunito un gruppo di giovani designer e architetti. Un disco suona ripetutamente il brano “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again” di Bob Dylan: nasce Memphis, con duplice riferimento all’antica capitale dei faraoni egizi e alla città natale di Aretha Franklin ed Elvis Presley in Tennessee.

Di lì a pochi giorni viene discussa e progettata una rivoluzionaria collezione di oggetti di design che prende forma nel giro di alcuni mesi nei disegni di Ettore Sottsass, Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier e George Sowden.

Memphis Milano 1980-1988

La prima collezione di 55 prodotti del marchio Memphis, sotto la guida di Ettore Sottsass e la direzione artistica di Barbara Radice, viene presentata a Milano il 19 settembre 1981 nello showroom Arc ‘74 di Brunella e Mario Godani in Corso Europa 2.

Sono i giorni del Salone del Mobile, e più di duemila persone si affollano fuori dalla galleria, bloccando il traffico cittadino, per ciò che si avverte subito essere un evento epocale. Il nuovo linguaggio mescola eleganza e kitsch, dialoga con forme assurde e irrazionali, utilizza laminati plastici con pattern che simulano materiali preziosi, ma specialmente introduce il piacere del gioco nel linguaggio razionale della produzione industriale: Memphis conquista velocemente pubblico e stampa di tutto il mondo.

Oltre al primo nucleo di partecipanti, espongono in questo mitico debutto anche Andrea Branzi, Alessandro Mendini, Michael Graves, Hans Hollein, Shirō Kuramata, Peter Shire, Masanori Umeda, Arata Isozaki, Terry Jones, Javier Mariscal, Paola Navone, Luigi Serafini, Bruno Gregori di Studio Alchimia.

In occasione del Salone del Mobile, Memphis presenta ogni anno, fino al 1987, una nuova collezione prodotta dal proprietario di Artemide Ernesto Gismondi. Nel corso degli anni firmano progetti per Memphis: Thomas Bley, Rudi Haberl, Walter Kirpicsenko, Michael Podgorschek, Daniela Puppa, Christoph Radl, Gerard Taylor, Fabio Bellotti, Robert Mangurian, il collettivo americano Arquitectonica, Maria Sanchez, Nicholas Bewick, Pierangelo Caramia, Beppe Caturegli, Dante Donegani, James Evanson, Giovannella Formica, Shuji Hisada, Massimo Iosa Ghini, James Irvine, Ferruccio Laviani, Giovanni Levanti, Angelo Micheli, Marco Zanuso, Laura Agnoletto, Marzio Rusconi Clerici, Guido Borelli, Johanna Grawunder, Lawrence Laske, Mary Little, Gary Morga, Christophe Pillet, Winfried Scheuer, Marco Susani, Daniel Weil.

Nel corso del tempo, i pieghevoli delle prime mostre vengono sostituiti da cataloghi illustrati. Il logo disegnato da Christoph Radl, sempre diverso nelle prime tre collezioni, si assesta nel 1985 come Memphis Milano: nello stesso anno Ettore Sottsass lascia il gruppo. L’ultima mostra del gruppo Memphis è ‘Luci Lights’ del 1988: da allora non è stato più editato alcun prodotto con il marchio Memphis.

L’azienda è oggi guidata da Alberto Bianchi Albrici, che l’ha acquistata nel 1996 da Ernesto Gismondi dopo aver ricoperto per dieci anni il ruolo di amministratore. I progetti disegnati dal gruppo Memphis tra il 1981 e il 1988 sono ancora oggi prodotti in serie illimitata, nella convinzione che il design vada inteso come mezzo di comunicazione e non come espressione d’arte elitaria.

Come movimento culturale, Memphis continua a influenzare l’immaginario del grande pubblico, dalla moda all’industria cinematografica e televisiva. Lo spirito liberatorio di Memphis è ancora oggi fonte di ispirazione per i giovani designer: le riflessioni sul concetto di design e d’arredo, sui loro limiti e possibilità estetiche, sulla loro funzione sociale e comunicativa e sull’aspetto creativo e produttivo, nonché sui modelli economici alla loro base, sono oggi più che mai attuali.

Meta Memphis 1989/1991

Mentre l’esperienza creativa del gruppo Memphis si esaurisce alla fine degli anni ‘80, l’attività imprenditoriale e produttiva dell’azienda Memphis continua.

Il 1989 vede il lancio della collezione Meta Memphis, un esperimento innovativo che coinvolge non più designer, ma artisti di fama internazionale per la prima volta impegnati nella progettazione di oggetti e mobili.

Ispirata alla parola greca metamorphosis, trasformazione, la collezione ripensa i modi e gli archetipi dell’abitare sedimentati nella memoria collettiva attraverso rivisitazioni concettuali e associazioni formali, materiali e funzionali inconsuete.

Alighiero Boetti scrive a mano in corsivo le ore sull’orologio da parete Orogio rendendolo illeggibile. Pier Paolo Calzolari destruttura arredi mescolando materiali incongrui e trasformandoli in oggetti sorprendenti. Sandro Chia trasforma in sculture monumentali una sedia impagliata e un tavolo realizzandoli in bronzo. Joseph Kosuth riveste un divano-letto da seduta psicoanalitica con un tessuto che riproduce il frontespizio de L’interpretazione dei sogni di Freud. Michelangelo Pistoletto riduce un mobile ai suoi contorni rendendolo di fatto inutilizzabile. Franz West realizza pezzi poetici e precari con materiali metallici di recupero: la sedia in tondino di ferro da cantiere o la lampada in catena irrigidita. E ancora Mimmo Paladino, Maurizio Mochetti, Susana Solano, Lawrence Weiner.

La seconda e ultima collezione, nel 1991, approfondisce le tematiche già elaborate nell’esperienza precedente. Al progetto partecipano nuovamente Alighiero Boetti, Franz West, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Lawrence Weiner, cui si aggiungono Marco Bagnoli, Mathis Esterházy, Sol LeWitt, Bill Woodrow, Gerhard Merz: i confini linguistici ed espressivi del disegno industriale vengono definitivamente messi in discussione.

Post Design dal 1997 1997

L’azienda Memphis, sotto la direzione di Alberto Bianchi Albrici, decide di storicizzare e tutelare le collezioni Memphis-Milano cessando di utilizzare il marchio per i nuovi prodotti. È così che nel 1997 nasce il marchio Post Design: sotto l’egida del nuovo logo, disegnato da Sottsass, si ritrovano collezioni di designer già appartenenti al gruppo Memphis, come Nathalie Du Pasquier, George Sowden e lo stesso Ettore Sottsass, insieme a quelle di alcuni fra i più importanti artisti della scena internazionale, tra cui Pierre Charpin, Denis Santachiara, Nanda Vigo e Johanna Grawunder, e di giovani designer meno conosciuti, con l’obiettivo di dare loro visibilità.

Rispetto alle collezioni Memphis-Milano, espressioni coerenti di un linguaggio unitario, ciascuna delle collezioni Post Design ha una propria autonomia stilistica. Se Memphis-Milano rappresenta la capacità di riunire al proprio interno personalità diverse in una potente voce collettiva, Post Design si dichiara aperta al multilinguismo, lasciando spazio alle singole poetiche. Nathalie Du Pasquier disegna una notevole collezione di tappeti, per quantità e qualità. Richard Woods indaga vari aspetti del decorativismo bidimensionale applicando i suoi celebri pattern a mobili e oggetti. Johanna Grawunder lavora con la luce attraverso un minimalismo estremo. Markus Benesch produce una collezione carica di immagini e significati. Lo stesso Sottsass, attraverso Post Design, indaga linguaggi nuovi che segnano una frattura decisa con il mondo Memphis: nascono così le collezioni “Mobili lunghi” e “Lo specchio di Saffo”, luci e mobili rarefatti e poetici che rimandano al mondo del mito, della memoria e del sogno.

Galleria Post Design è inoltre il nome della galleria milanese che ospita tutte le iniziative dell’azienda Memphis. Le modalità con cui Post Design opera sono d’altronde più assimilabili a quelle di una galleria d’arte che di un’industria produttiva: ogni esposizione racconta un progetto coerente di un singolo artista o di un gruppo di artisti cui viene anche affidata la realizzazione del catalogo, parte integrante della collezione.

Post Design è un progetto ambizioso di indagine aperto sul futuro, volto al contempo ad aprire strade nuove e registrare mutamenti in atto, con la convinzione che nel design come nella vita niente vada dato per scontato.

THE COMPANY MEMPHIS SRL

Memphis Srl è l’azienda che edita i marchi Memphis-Milano, Meta-Memphis e Post Design, appartenenti a tre momenti distinti della sua storia.

l marchio Memphis-Milano ha origine nel movimento culturale fondato nel 1981 da Ettore Sottsass e da un gruppo di designer a lui legati per conoscenza diretta: molti di essi sono giovani che frequentano o fanno parte del suo studio, cui si aggiungono designer e architetti di fama internazionale.

Il movimento diventa immediatamente un fenomeno planetario, destinato a concludersi a livello creativo pochi anni dopo, nel 1988, quando il gruppo ufficialmente si scioglie.

Dall’esperienza di Memphis nasce il progetto Meta Memphis che dà vita a due collezioni, nel 1989 e nel 1991, disegnate non più da designer ma da artisti. Meta Memphis sviluppa, portandola agli estremi, la riflessione filosofica sull’abitare che era stata propria di Memphis, producendo oggetti ibridi apparentemente inutili, allo stesso tempo opere d’arte e complementi d’arredo.

All’esperienza Meta Memphis fa seguito, a partire dal 1997, l’attività di Post Design, marchio produttore, ma anche galleria milanese dedicata all’esposizione e alla distribuzione di tutti i prodotti dell’azienda. Attraverso mostre annuali, Post Design persegue l’obiettivo di registrare e documentare le trasformazioni del gusto e dell’estetica: da qui il suo carattere laboratoriale, eclettico e non omogeneo.

I tre marchi editati da Memphis Srl, seppure nati in tempi diversi, continuano da allora a produrre gli stessi mobili e oggetti, seguendo i disegni tecnici forniti dai designer, utilizzando i medesimi materiali e processi: sono perciò da considerarsi pezzi originali a tutti gli effetti, indipendentemente dall’anno di produzione.